Il corpo è la casa in cui abitiamo
Quando il tempo del fare rallenta o si ferma, perché è giunto quello del riposo o del relax, molte persone sono assalite da un malessere che pervade tutto il corpo, ogni sicurezza evapora e sono in preda all’ansia.
Se il corpo è la casa in cui abitiamo perché improvvisamente trema, diviene fragile, insicura, inospitale?
A chi capita? Spesso ai giovani, alle donne e agli uomini molto responsabili o “di successo”, “ai bravi ”.
L’ansia è percepita dalla persona come un possibile infarto e ciò naturalmente terrorizza.
Per raggiungere il successo, diventare famosi e ricchi o per essere in grado di sostenere i carichi di responsabilità familiari, a causa di certi cambiamenti imprevisti nella famiglia, si cresce troppo in fretta, si diventa “grandi” bruciando tappe.
Come conseguenza del vivere così: o proiettati in un futuro migliore o a farsi carico dei bisogni altrui negando i propri, il corpo/casa, organismo vivente e sempre in relazione con tutto ciò che lo circonda, vive e registra le tensioni, lo sforzo psicofisico, tutta la frustrazione, i bisogni e i sentimenti negati, la solitudine relazionale e affettiva.
Allora, il corpo che, in preda all’ansia, sembra non reggere più, sta forse manifestando il suo limite di sopportazione del maltrattamento e della negazione di sé?
Quale rapporto abbiamo con le nostre emozioni e con quelle altrui? Come trattiamo la nostra casa e il nostro quartiere del mondo/gli altri, di cui siamo parte costruttiva? Con quante persone ogni giorno scambiamo un sorriso, una parola, uno sguardo che dica: “ salve, buona giornata”? Se ci osserviamo solo per un giorno, constateremo che incrociamo molti corpi e non incontriamo molti sorrisi, nemmeno li doniamo; oppure non vengono ricambiati.
Chissà che l’ansia, questo profondo malessere, che improvvisamente frena la vita quotidiana e che ci fa chiedere aiuto, sia un’implosione vitale, che dal profondo di noi stessi ci porti a riscoprire il bisogno umano di avere relazioni vere e di fiducia e di volerci davvero bene. Siamo fatti per essere felici e per vivere con gli altri. Continua…
Penso che in effetti non ascoltiamo il nostro corpo ma ci occupiamo dell’altro in relazioni sbagliate sino a negare il nostro corpo e ricordarci di questa nostra casa solo quando affiorano disordini interni di vario tipo dolorosi fisicamente solo quando mangiamo pane e ansia tutti i giorni della nostra vita!!!