Un tabù della società contemporanea
Aver cura del proprio benessere sta diventando un aspetto importante nella nostra vita, quasi tutti sappiamo degli stili nocivi o salutari. La pratica di un’attività fisica, avere una dieta bilanciata, informarsi sul contenuto dei cibi che compriamo, le misure di sicurezza nel quotidiano, sono alcuni di questi positivi cambiamenti.
Tuttavia, non abbiamo la consapevolezza di quanto sia meraviglioso stare bene e di come esserlo sia oggi una prerogativa per sentirci considerati dal prossimo.
Stare accanto a molte persone ammalate in ambito ospedaliero mi ha fatto comprendere che ammalarsi ci accomuna come esseri umani; che avere accesso alle cure e contare su professionisti preparati a dispensarle ci dà sicurezza.
A livello sociale e relazionale, è della malattia grave e di prognosi infausta, che colpisce molte famiglie, che si è restii a parlarne. E’ un tabù, nell’accezione di qualcosa che nella nostra cultura è considerato un argomento che il senso comune non approva. Ma il malato e la sua famiglia, oltre all’assistenza sanitaria, hanno bisogno d’altro? Per esempio: sentirsi ancora parte della comunità? Continuare ad avere relazioni, sentirsi considerati non solo dei malati, non essere dimenticati da familiari, amici e vicini?
Quando arriva una diagnosi infausta, la terra trema: immediatamente, si perde la vita quotidiana; tutto cambia e nessuno è mai preparato per affrontare tale esperienza. Il malato e i suoi familiari sono pervasi da sentimenti di sgomento, incredulità, rabbia e paura. Ben presto gli amici svaniscono e si resta da soli.
Vorrei parlarne per riuscire a mettere in luce cosa umanamente ci perdiamo a causa di questo tabù. Stare accanto a tante persone malate e ai loro familiari, accompagnare i miei nel tempo del bisogno, mi ha permesso di vedere altro dalla sofferenza e dalla disperazione.
Mi piace pensare che in un mondo moderno l’uomo non perda la sua umanità e che sappia utilizzare le meravigliose conoscenze per garantire il suo fondamentale bisogno: sentirsi una persona ed essere dunque considerato tale in ogni circostanza; specialmente nella vulnerabilità e nel bisogno di cure.
Attenderò che mi diciate se volete che ve ne parli, buon fine settimana.
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